Candidato alle elezioni per il Consiglio Comunale di Lugano del 10 aprile 2016 (www.lugano.ch/elezioni2016)

mercoledì 30 marzo 2016

È una possibilità che merita molta attenzione

Per la prima volta nella storia politica del Canton Ticino qualcuno lancia una proposta concreta che possa consentire ad un comune aggregatosi a ritornare allo stato precedente.

Il Movimento Non 5 ma 500
e il suo promotore Harry Herber

hanno avuto il coraggio di proporre questa possibilità per far sì che si possa portare l'idea al successo.

Date fiducia al Movimento e a Harry Herber
votando la lista nr. 10 per il consiglio comunale di Lugano

affinché la Non 5 ma 500 possa tentare di portare in porto questo ritorno legittimo e democratico al passato.

(Annuncio pubblicato sul Corriere del Ticino di venerdì 25 marzo 2016)

sabato 19 marzo 2016

Tornare indietro si può ma bisognerà lottare e crederci

Stimatissimi elettori della Regina del Ceresio.

Sicuramente molti di Voi nell'angolo più nascosto dell'anima coltiva ancora il sogno di poter ritornare alla situazione precedente l'aggregazione.
Il movimento "Non 5 ma 500" cerca di far sì che questo sogno possa un giorno avverarsi.
Con ostinazione ho cercato consessi e con questo messaggio mi rivolgo in particolare agli elettori dei comuni ove il processo d'aggregazione è stato combattuto.
Pensateci, più siamo e più peso avremo, se riusciamo a conquistare un seggio nel legislativo il movimento potrà sopravvivere per circa 4 anni. Ci sarà tempo di interessarsi di altri temi vitali e trovare alleanze preziose per realizzare lo scopo per cui il movimento è nato.
Vi prego di votare la lista nr. 10 "Non 5 ma 500" e se avete fiducia regalatemi il voto personale.
Con gratitudine.

Harry Herber, Candidato al Consiglio comunale

(Annuncio apparso su La Regione del 18 marzo 2016)


mercoledì 16 marzo 2016

Lottiamo per un ideale storico, legittimo e democratico

Non molto tempo fa' un mio compagno delle elementari, dei tempi in cui Koblet e Kübler facevano faville, mi chiese: “Se vieni eletto in Consiglio Comunale ti interesserai dei problemi luganesi?” Sorpreso gli feci notare, con suo grande conforto, di come nelle mie precedenti legislature abbia cercato, seppur nel limite delle mie competenze, ma con tutte le mie risorse di essere utile alla comunità. 

Un’altra volta una signora, che mi conosce bene, mi domandò: “Ma tu, dopo 25 anni di oblio politico, ci credi veramente a ciò che prometti?” Le raccontai di un episodio di questa avventura politica: all'Epifania avevo già la lista pronta; insomma, la “Non 5 ma 500” era varata. Volli comunicarlo a mio figlio Massimiliano, responsabile del Quotidiano. La sua reazione fu perentoria e papale sentenziò la proposta come anticiclica e antistorica. Rimasi allibito e in silenzio chiusi la conversazione. Premetto che voglio bene a mio figlio e sono orgoglioso della sua cultura politica e organizzativa. Ma poi, nei giorni successivi, pensai che in fondo il voto alle donne fu concesso solo nel 1970 quando già negli anni 50 Evita Peron imperversava in Argentina e veniva adorata da milioni di persone, e da dieci anni la signora Bandaranaike era primo ministro di Ceylon, oggi Sri Lanka. Per non parlare della nostra preziosissima AVS, che, dopo diversi insuccessi, solo grazie al decisionismo del consigliere Federale W. Stampfli venne approvata dal popolo nell'estate del 1947. E così mi convinsi che la mia “Non 5 ma 500” era legittima e che poteva dare qualche speranza a coloro che non credevano alle aggregazioni e che ora vorrebbero ritornare indietro, alle condizioni che la mia proposta prevede.

Adesso si avvicina l'ora della verità per il mio movimento.

Mi permetto di fare un appello agli elettori, specie a coloro che nelle varie fasi delle aggregazioni luganesi hanno votato contro: se volete un giorno, non domani sia chiaro, ritornare al passato votate la lista numero 10. 

Più sarà la consistenza del movimento, più le speranze di riuscire ad entrare nel legislativo luganese e mantenere in vita la “Non 5 ma 500” per realizzare con calma e pazienza quanto proposto.

Vogliate perdonarmi se oso chiedervi questo gesto di speranza che mi auguro venga recepito da molti, in barba a coloro che non capiscono l'amore per la storia di ogni comune che ha perso la sua identità.

(Articolo apparso sul Corriere del Ticino di giovedì 24 marzo 2016)